domenica 10 febbraio 2019


L’impostazione del lavoro risponde ad una esigenza da tempo avvertita: alla luce delle esperienze maturate sia nelle aule universitarie sia all’interno delle istituzioni “europee” ed internazionali, comunicare al grande pubblico con semplicità e al tempo stesso con spirito critico, ciò che accade (o non accade) nei consessi internazionali, in particolare, nell’Unione europea in tempi di grandi trasformazioni politiche e sociali “nel decennio dell’austerità”. Il periodo storico nel quale ci troviamo è stato già classificato come l’”età della rabbia”ed è caratterizzato dal punto di vista sociologico dalla banalità del conformismo, laddove, per entrare nella prospettiva che ci interessa, cooperazione internazionale, multilateralismo, solidarietà e integrazione europea non sono più come in passato i cardini della convivenza civile.È quindi cambiato (o sta cambiando) il contesto politico mondiale ed europeo? È  forse mutata nel bene e nel male la classe politica/dirigente mondiale? Vi è stato un cambiamento del mondo della cultura? Siamo cambiati noi? Pertanto, da cittadino che ha avuto la fortuna di conoscere, le considerazioni che seguono hanno un semplice obiettivo: stimolare una necessaria riflessione sugli avvenimenti del nostro tempo; senza impazienza e senza dare giudizi affrettati, fermarsi a ragionare con cognizione di causa sulle questioni suggerite superando la “banalità del conformismo”, o per meglio dire, la banalità di un pericoloso conformismo grossolano. Senza presunzione di completezza e senza indicare “ricette benefiche” o soluzioni definitive, si cercherà di ipotizzare un’”approdo sicuro”, per continuare la metafora marinara, che, come nel mare in tempesta, rappresenta la meta da raggiungere pena il disastro e l’affondamento della nave nel più buio del profondo marino. Senza possibilità di ritorno...