giovedì 18 novembre 2021

 

Seminario Permanente di Studi Internazionali

Venerdì 19 novembre 2021 ore 18 webinar in diretta streaming sulla pagina Facebook del Seminario Permanente di Studi Internazionali (SSIP) https://www.facebook.com/SSIPistituto

“Testimonianze” di Funzionari UE 

 

Introduzione al

“Corso Breve” di preparazione al concorso EPSO (European Personnel Selection Office) nelle istituzioni e negli organi dell’Unione europea

 

Intervengono:

 

-       Paolo Ponzano, già Funzionario della Commissione europea

-       Celestina Iannone, Direttrice della Direzione ricerca e documentazione della Corte di giustizia dell’Unione europea

-       Fabio Pappalardo, Amministratore presso la Direzione della Biblioteca della Corte di giustizia dell’Unione europea

-       Massimiliano Puglia, Corte di giustizia dell’Unione europea

-       Manuela Riccio, Delegazione dell’Unione europea a Mauritius

-       Francesco Foglia, dottorando nella Università della Calabria, incoming contract agent

 

Introducono: Claudio Di Maio, Massimo Fragola, SSIP

 

 

Il Seminario SSIP considera prioritario nell’attuazione degli obiettivi statutari e nella struttura organizzativa la creazione di un ambiente inclusivo nel rispetto delle diversità di genere e del più ampio pluralismo. Laddove ciò non appaia evidente in qualsiasi evento o decisione riconducibile al Seminario SSIP la motivazione va individuata nella impossibilità di operare altrimenti ovvero alla indisponibilità delle persone invitate.

 

 

lunedì 29 marzo 2021

EUROPA E FELICITA’

Prima durante e dopo Brexit

Massimo Fragola


(ABSTRACT)


Il lavoro affonda le radici in alcune banali riflessioni fatte prima, durante e dopo la lunga e complessa gestazione della “Brexit” che ha portato, dopo più di quattro anni di negoziati e, talvolta, a tragiche votazioni del Parlamento britannico alla rinuncia del Regno a far parte dell’Unione europea. Dal 1951 – data della istituzione della (prima) Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) – primo e unico caso nella storia dell’integrazione europea e, si auspica, l’ultimo, confidando ancora nella bontà del progetto europeo.

Ci siamo chiesti se l’homo europaeus è oggigiorno felice. 

Gli europei continentali, cittadini degli Stati membri e quindi cittadini dell’Unione europea, le istituzioni e i governi hanno come obiettivo prioritario il raggiungimento della felicità, della “comune” felicità? E se la risposta è positiva quale felicità? 

Possiamo affermare che l’emozione della felicità - avventura rischiosa ed eccitante al tempo stesso - varia da persona a persona, da luogo a luogo, da regione a regione, da Stato a Stato? Dal che se ne può ricavare che la “buona politica” aiuta a raggiungere più facilmente la felicità? E pertanto il diritto, che ne è la sua espressione materiale, tangibile e percepibile, è – o potrebbe essere – uno strumento essenziale a tal fine?

Nell’Unione europea che, com’è noto, rappresenta un caso pressoché unico al mondo di processo costituente, (pseudo)federale e pacifico tra Stati sovrani (senza l’uso della forza militare) a che stiamo? 

I cittadini britannici una volta abbandonata definitivamente l’Unione saranno di nuovo “felici e sovrani”, ovvero, più felici, liberi e sovrani di quando erano anche “cittadini dell’Unione europea”? 

Quindi, semplificando, felicità = sovranità? Riacquistare la sovranità (legislativa/decisionale) aiuta ad essere più felici? E liberi? In un mondo globalizzato e sempre più interconnesso? E di conseguenza: integrazione europea versus felicità/libertà?

Quale che sia la prospettiva prescelta vero è che, in questo momento storico, uno studio sulla “felicità” accostato all’integrazione europea – ancorché relativo al fenomeno della Brexit – può sembrare a prima vista a dir poco azzardato se non una vera e propria provocazione. Non si può negare che nell’immaginario collettivo e, da ultimo, in maggior misura dall’insorgere della prima crisi economico-finanziaria del 2008 conseguente al fallimento Lehman Brothers, l’Unione europea è da molti percepita come un costoso ed inutile “carrozzone” sottomesso al volere della Germania senza alcuna utilità per i cittadini. 

Percepita. Anzi, secondo la descrizione che ne fanno quotidianamente i partiti/movimenti populisti e sovranisti nonché gran parte dei media – un vero e proprio “lavaggio del cervello” – l’integrazione europea è considerata la causa di tutti i nostri mali, il “capro espiatorio” della condizione di sofferenza (economica, sociale e relativa alla felicità) nel quale versa l’Italia, in particolare, e l’intera Europa integrata. 

Se si condivide il tema dell’integrazione “percepita”, unitamente all’atteggiamento incauto e strumentale dei governi nazionali, reiterato negli anni; alcuni atteggiamenti talvolta intransigenti di alcune istituzioni UE che sicuramente sono stati sgraditi dai governi nazionali e dalla popolazione, hanno portato il Regno Unito alla vicenda Brexit che, tuttavia, e questo va sottolineato, alimentava nel Regno Unito già da molti anni e al di là delle reiterate crisi in Europa (covid-19 compresa).

Quanto alla felicità connessa alla Brexit, occorrerà attendere qualche tempo prima di poter valutare le conseguenze reali e, ai fini del presente studio, stabilire chi ne uscirà più “felice” tra i cittadini britannici e i cittadini europei continentali, ovvero, tra gli Stati membri dell’Unione europea e il Regno Unito. 

É ancora prematuro tirare le somme di un divorzio che, si badi bene, non è un fatto recente atteso l’atteggiamento ostile del Regno Unito già dal trattato di adesione entrato in vigore il 1° gennaio 1973.

In ogni caso possiamo affermare che Brexit è una sconfitta per tutti. Un indebolimento sia dell’Unione europea sia del Regno Unito. 

Affermava Pierre Mendès France autorevole politico ed intellettuale francese che “non bisogna mai sacrificare il futuro al presente”…



Prossimamente nelle librerie e in formato e-book

Massimo Fragola

“EUROPA E FELICITA’ Prima durante e dopo Brexit”

Pellegrini Editore 2021

www.pellegrinieditore.it