Leggo la lettera pubblicata oggi 29 maggio 2014 (sul
numero 145 a pag. 22) dal titolo "Il reale peso dell'Europarlamento"
a firma D.M., che mi da l'opportunità di spiegare meglio e di
chiarire a beneficio della collettività. Da studioso della materia senza alcun
motivo di polemica. Anzi, lo ringrazio per la sollecitazione. Non dobbiamo
dimenticare che l'Unione europea non è uno Stato (ancorché taluni la ritengano
un "Super-Stato" o qualcosa del genere) e, quindi, dal punto di vista
strettamente giuridico non è possibile fare riferimenti statali. Non sono
corretti né adeguati. L'accostamento è improponibile. Il sistema istituzionale
UE è un sistema complesso (28 ordinamenti giuridici da cooordinare), diverso,
dalle due anime: una propriamente "comunitaria", direi istituzionale,
l'altra intergovernativa. Il potere legislativo è appannaggio di tre
istituzioni comunitarie: la Commissione europea che gode di un diritto molto
esteso di iniziativa legislativa e dà l'avvio all'iter legislativo nell'interesse
comune; ed è l'organo sostanzialmente esecutivo e di controllo UE; poi abbiamo
il Parlamento europeo (PE) (organo che rappresenta i Popoli europei) ed il
Consiglio dell'Unione (che rappresenta i governi degli Stati membri; da non
confondere con il Consiglio europeo che è un organo politico che riunisce i
Capi di Stato e di governo dei 28 Stati). Dalla dialettica istituzionale di PE
e Consiglio, e dai differenti obiettivi delle istituzioni, scaturisce la
legislazione UE che generalmente conosciamo come il diritto dell'Unione
europea. Quelle "leggi" europee che, in modo diretto ovvero in modo
mediato, stabiliscono diritti e doveri non solo per lo Stato ma anche per le
persone (fisiche e giuridiche). Il Parlamento europeo, oggi, a seguito dell'ultima
riforma del Trattato di Lisbona entrata in vigore il 2010, gode di un potere
legislativo riconducibile a quello del Consiglio UE, e quindi, laddove non
riscontri un interesse generale e soprattutto dei cittadini che rappresenta,
può bloccare l'iter legislativo fino al punto di porre il veto nei confronti
del Consiglio. E' una importante conquista raggiunta negli anni. Ricordo,
infatti, che con la novellata procedura legislativa ordinaria, che è la
procedura più importante ed utilizzata per l'esercizio delle politiche comuni,
il PE (oltre alle altre prerogative altrettanto importanti che non sto in
questa sede ad esporre) rappresenta l'unica "voce" dei cittadini
europei. Ecco perché è importante essere ben rappresentati all'interno del
sistema legislativo UE. Quanto al costo degli Europarlamentari, com'è
comprensibile, si tratta di scelte politiche. Ricordo soltanto, per maggiore
chiarezza, che il bilancio UE a differenza di altre organizzazioni
internazionali, si fonda su risorse proprie (art. 311 TFUE): si tratta di entrate prelevate nel quadro delle politiche
comunitarie e non già provenienti dagli Stati membri e calcolate come
contributi nazionali. Le risorse proprie sono costituite da dazi doganali,
diritti agricoli, contributi zucchero, aliquota prelevata sulla base imponibile
armonizzata dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) e aliquota prelevata sul
reddito nazionale lordo (RNL).
Nessun commento:
Posta un commento