
sabato 6 aprile 2013
Ancora una precisazione sul post precedente
Scusate Amici ma è più forte di me. Insisto sulle precisazioni giornalistiche sulla terminologia usata nei confronti dell'Unione europea, posto che i direttori dei quotidiani più importanti non hanno neanche risposto alle mie garbate lettere di precisazione. Ancora oggi sul Sole 24 Ore nell'inserto allegato "PLUS24" (sabato 6 aprile n, 556) a pag. 7 a proposito della proposta di direttiva c.d. "Mifid" relativa ai mercati degli strumenti finanziari nello schemino proposto, al punto "3 giugno 2013" si legge impropriamente l'approvazione del testo in discussione da parte del "Consiglio d'Europa" anzichè Consiglio UE (c.d. "dei ministri"). Consiglio d'Europa che è una organizzazione internazionale a se stante (47 Stati membri tra cui Russia, Turchia Azerbaijgian) nata prima (1949) del processo di integrazione europea propriamente detto con le Comunità e l'Unione oggi. Comprendo le difficoltà terminologiche; ma è pur vero che se si vuole avvicinare i cittadini all'Unione europea occorre un'informazione corretta e non fuorviante. E' inaccettabile che i maggiori quotidiani italiani ancora nel 2013 facciano questi errori. Mi chiedo: ma chi scrive gli articoli (e soprattutto chi fa i titoli) non può documentarsi prima? Un manuale di diritto dell'Unione europea è troppo caro forse?
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E non pensiate che io sia troppo rigoroso; è da troppo tempo, direi dall'inizio dell'integrazione europea con la Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), che accade tutto ciò. Direi è ora di cambiare
RispondiEliminaInoltre il problema è che molti ritengono inutili queste precisazioni adducendo l'inutilità (sic!) della conoscenza delle questioni comunitarie. Facendo prevalere, secondo costoro, i problemi interni allo Stato più pressanti e determinanti. Come se le questioni europee non fossero altresì questioni interne. Come se il diritto dell'Unione non fosse diritto interno. Poi però bisogna spiegare che la legislazione UE incide su tutti i 500 milioni di cittadini UE ed in modo, talvolta, difficile da digerire. Ricordo solo, come mero esempio, il divieto di pesca con determinate reti a strascico in tutti i mari che bagnano l'Unione. Oppure le quote latte, le quote vino ecc. Per non parlare delle recenti questioni monetarie, finanziarie ecc. Allora: non sarebbe meglio comprendere il sistema? Capire come si prendono le decisioni a Bruxelles? Comprendere per far valere gli interessi nazionali nelle sedi appropriate però. Cioè nella fase di costruzione del diritto UE. Non dopo. E ricordiamoci: il dirito UE è diritto interno dei 27 Stati membri. Italia compresa.
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