Mia risposta: "Sai Luca il processo di integrazione europea è un processo difficile e complicato. Come immagini. Però stiamo insieme da 60 anni e non da ieri. Come tutte le "famiglie" ci sono momenti entusiasmanti, momenti tranquilli e momenti di crisi. Si tratta di superare le crisi; peraltro non nate nell'Unione europea ma, com'è noto, negli USA con le bolle Lehman Brothers del 2008. Tuttavia, questa brutta crisi (che attanaglia gran parte dei Paesi industrializzati-occidentali) è l'unica nostra speranza di far comprendere agli Stati membri UE (che presentano sempre rigurgiti di sovranità!) che non è più possibile andare avanti con il modello d'integrazione europea che si è sviluppata fino ad oggi. Piccoli passi, oggi si va più spediti domani si torna indietro; dopo domani si vedrà! Senza un obiettivo ben preciso e chiaro. In passato ha funzionato per vari ordini di motivi: 1) i governi degli Stati membri (a 6-9-12-15 Stati) erano formati da altre personalità che oggi non vedo; 2) l'obiettivo della CECA era controllare la produzione di carbone e acciaio in Europa (specialmente di Germania e Francia) per scongiurare un'altra, definitiva, guerra in Europa e preservare la pace (aspetto questo che oggi non viene ricordato; ma è un merito dell'Ue se non abbiamo avuto più guerre nell'europa targata UE);3) La CEE aveva come obiettivo la creazione del Mercato Comune o unico europeo; obbiettivo raggiunto in parte, ma pur sempre un obiettivo, da perfezionare; 4) Il Trattato di Maastricht ha previsto, tra gli altri obiettivi di grande rilievo come la cittadinanza UE, la protezione dei diritti umani e sociali, ecc., la creazione dell'Unione economica e monetaria (UEM) e la moneta unica. UEM nata monca e incompleta per volere degli Stati membri. Ora bisogna capire se andare avanti oppure fermarci ad una costruzione incompleta. Mi pare che gli Stati stiano decidendo di perfezionale l'UEM. Dopo 20 anni da Maastricht! E sulla scia della crisi devastante, soprattutto sociale. Quindi, comprendo bene lo stato d'animo dei cittadini nel voler a tutti i costi individuare un responsabile di tutto ciò. Lascio al buon senso e alla loro sensibilità culturale decidere. Il che si riduce ad una scelta: rimanere nell'UE riformata che guarda finalmente alle persone e non al solo mercato? Oppure starcene da soli con la ritrovata "liretta" e combattere nei mercati globalizzati?"
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