Si è molto enfatizzato sulla presidenza italiana (1°
luglio-31 dicembre 2014) del Consiglio dell'Unione europea (anche Consiglio UE)
senza spiegare, però, di cosa si tratti in sostanza. Peraltro, taluni
confondono, in modo grave, la presidenza di turno con il c.d. "semestre
europeo". A noi studiosi della materia spetta il compito di chiarire
(sperando in un futuro di avere una informazione migliore…). In primo luogo
occorre chiarire che si parla del Consiglio UE (vale a dire l'istituzione che
riunisce periodicamente i rappresentanti dei governi nazionali "a livello
ministeriale" e secondo la materia all'ordine del giorno – ad es. Consiglio
"ecofin"; Consiglio agricoltura; Consiglio affari generali ecc.) e
non del Consiglio europeo che riunisce i Capi di Stato e di governo dell'UE.
Spesso i mass media confondono il Consiglio UE con il Consiglio europeo
(talvolta anche con il Consiglio d'Europa che è tutt'altra cosa). Gli Stati membri
che esercitano la presidenza durante ciascun semestre, presiedono le riunioni e garantiscono la continuità dei lavori
dell'UE in seno al Consiglio UE. Lo Stato "presidente" però collabora strettamente a gruppi di tre,
chiamati "trio". Questo sistema è stato introdotto dal trattato
di Lisbona nel 2009. Il trio fissa obiettivi a lungo termine e prepara un
programma comune che stabilisce i temi e le questioni principali che saranno
trattati dal Consiglio in un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale programma,
ciascuno dei tre paesi prepara il proprio programma semestrale più dettagliato.
Il trio di presidenza attuale è formato dalle presidenze italiana, lettone e lussemburghese. (per
approfondimenti: http://www.consilium.europa.eu/council/what-is-the-presidency?lang=it)
Il "semestre
europeo", viceversa, è un ciclo di coordinamento delle politiche economiche
e di bilancio nell'ambito dell'Unione ed è una novità, a partire dal 2010, dopo
il trattato di Lisbona. Secondo il sito ufficiale del Consiglio UE,
durante il
semestre europeo gli Stati membri allineano
le rispettive politiche economiche e di bilancio con gli obiettivi e le norme
convenute a livello dell'UE. In tal
modo, il semestre europeo mira a: 1) garantire finanze
pubbliche sane; 2) promuovere la crescita economica; 3) prevenire squilibri
macroeconomici eccessivi nell'UE. La
recente crisi economica ha evidenziato la necessità di una più forte governance
economica e di un migliore coordinamento delle politiche tra gli Stati membri. Per
tali ragioni, e nel quadro di una più ampia riforma della governance economica
dell'UE, gli Stati membri hanno istituito il semestre europeo nel 2010. Il
primo ciclo si è svolto nel 2011. In una Unione di economie altamente
integrate, un coordinamento rafforzato
delle politiche può aiutare a evitare discrepanze e contribuire a
garantire convergenza e stabilità in tutta l'UE e nei suoi Stati membri. Gli
Stati membri hanno avvertito la necessità di sincronizzare i calendari di
queste procedure al fine di razionalizzare
il processo e meglio allineare
gli obiettivi delle politiche nazionali in materia di bilancio, crescita ed occupazione,
tenendo al contempo conto degli obiettivi che si sono dati a livello nazionale
e dell'Unione. Inoltre, si è imposta la necessità di estendere la sorveglianza e il coordinamento a politiche
macroeconomiche più ampie. A tal riguardo, Il semestre europeo si articola,
sostanzialmente, intorno a tre capitoli
di coordinamento della politica economica: 1) riforme strutturali, con un accento sulla promozione della
crescita e dell'occupazione in linea con la strategia Europa 2020; 2) politiche di bilancio, con l'obiettivo
di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche in linea con il patto di
stabilità e crescita; 3) prevenzione degli squilibri macroeconomici eccessivi. Per fare ciò è necessario
stabilire una tempistica comune delle procedure di coordinamento delle
politiche dell'UE: sono sincronizzati i calendari delle relazioni e
delle valutazioni in materia di politica economica e di bilancio a livello
dell'UE. In sostanzanza, il semestre europeo ha mutato il coordinamento delle
politiche economiche nazionali passando da un'ottica ex post ad un'ottica ex ante.
Per approfondimenti: http://www.consilium.europa.eu/special-reports/european-semester?lang=it
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