venerdì 8 aprile 2022

DIVENTARE UN DIPLOMATICO: IL CONCORSO E LA CARRIERA

L’attività diplomatica italiana si dipana lungo una rete vasta e interconnessa che collega Roma a ben 128 Ambasciate, 91 Consolati e 90 Istituti di Cultura disseminati su tutto il globo ed è realizzata attraverso il lavoro svolto da tutti i membri del corpo diplomatico, l’apparato amministrativo gerarchicamente organizzato del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il Concorso diplomatico è il processo che ogni anno seleziona i nuovi diplomatici italiani, al termine di un’articolata procedura di esame, a cui sono ammessi i cittadini italiani fino a 35 anni – termine prorogabile fino ad un massimo di tre anni in caso di candidati sposati, con figli, con disabilità o che abbiano prestato servizio militare o lavorato in un’altra amministrazione o organizzazione internazionale – che godano dei diritti politici e dell’idoneità psico-fisica e che abbiano conseguito una Laurea Magistrale tra quelle indicate nel bando, afferenti a tre grandi macro-aree: le scienze politiche, economiche e giuridiche.
Negli anni, le sue modalità di svolgimento sono cambiate, allo scopo di adeguarsi al mutato contesto storico e culturale ma anche alle necessità e alle sfide globali con cui un diplomatico è chiamato a confrontarsi, tenendo conto delle capacità e della formazione delle nuove generazioni.Il Concorso. Si articola in tre momenti: la prova attitudinale, la prova scritta e quella orale. Il primo si compone di un test di 60 quesiti a risposta multipla da svolgersi in 60 minuti che consta di 12 domande per ognuna delle seguenti discipline: la storia delle relazioni internazionali a partire dal Congresso di Vienna; il diritto internazionale pubblico e dell’Unione Europea; la politica economica e la cooperazione economica, commerciale e finanziaria; la lingua inglese, relativamente a tematiche di attualità internazionale; il ragionamento logico. Chi avrà superato tale prova con un punteggio di almeno 40 risposte esatte potrà accedere al secondo momento, quello più lungo – si svolge nell’arco di cinque giornate – e più gravoso per i candidati: si compone di tre prove da svolgersi in 5 ore per le prime tre discipline di cui sopra e altre due da svolgersi in 3 ore vertenti sulla lingua inglese e su un’altra lingua a scelta del candidato tra francese, spagnolo e tedesco. Per accedere all’esame orale, occorre totalizzare una media di 70 centesimi tra tutte le prove, ma aver ottenuto almeno 70 centesimi in lingua inglese e 60 centesimi nelle altre discipline. Infine, presso la Farnesina si svolge un colloquio orale che include tutte le discipline già elencate oltre a diritto pubblico, diritto amministrativo, contabilità di Stato, nozioni di diritto civile e internazionale privato e geografia politica. Generalmente ai candidati viene posta una domanda per ogni materia, identificata a mezzo di sorteggio, a cui infine se ne aggiunge un’ultima di attualità geopolitica. Il punteggio minimo da ottenere è 60 centesimi. Ulteriori lingue oggetto di esame orale proposte dal candidato danno luogo ad un punteggio aggiuntivo. Vista la sua selettività, è possibile partecipare per tre volte al Concorso: i tentativi ritenuti validi a tal fine corrispondono alla consegna dei testi della prova scritta. Il Bando 2022 – aperto fino al 2 maggio prossimo – è disponibile sul sito del MAECI e contiene tutte le informazioni utili, compresi gli argomenti delle prove del Concorso, indicati per disciplina in uno specifico Allegato al Bando. Sono accessibili sul sito del Ministero, inoltre, anche le tracce delle prove scritte degli ultimi vent’anni.

La Carriera. I fortunati vincitori del Concorso diplomatico svolgono a Roma un periodo di formazione di nove mesi, durante i quali viene loro fornito un panorama sulle attività del Ministero e vengono coinvolti in esercitazioni pratiche sulle attività svolte dalla Farnesina, nonché formati presso la Scuola Nazionale di Amministrazione. Segue la loro assegnazione presso uno degli uffici e un periodo di un mese all’estero presso un’Ambasciata o un Consolato. L’incarico che copre i primi dieci anni di carriera è quello di Segretario di Legazione, che può svolgere le sue mansioni in settori di volta in volta differenti. L’assegnazione delle destinazioni estere ai membri del corpo diplomatico è caratterizzata da una variabilità geografica e temporale notevole: la carriera si svolge infatti alternando periodi di servizio in Italia a periodi all’estero, con la possibilità di risalire la piramide gerarchica, diventando Consigliere di Legazione (nomina amministrativa automatica), Consigliere d’Ambasciata (nomina discrezionale a carico del Ministero), Ministro Plenipotenziario e Ambasciatore (nomina politica del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro degli Esteri).

Diventare diplomatico. A fronte di una selezione tanto complessa e di una carriera eclettica e variegata, i requisiti fondamentali per un buon diplomatico sembrano essere, secondo chi ha superato il Concorso, una preparazione approfondita ma elastica, l’estrema flessibilità e versatilità, una spiccata attitudine alla risoluzione dei problemi e all’interconnessione di dimensioni differenti, una comunicazione persuasiva, efficace e ragionata oltre ad una buona dose di curiosità e spirito di servizio e di adattamento, nell’ottica di promozione e difesa dell’immagine nazionale e dell’interesse della collettività. Tutte qualità imprescindibili per accedere ad una realtà come quella del MAECI che – per citare l’Ambasciatore Massolo – è “un’amministrazione che non dorme mai” e che oggi deve confrontarsi con una realtà in cui la diplomazia è seriamente messa alla prova dalla presenza di una moltitudine di attori non governativi sulla scena internazionale e dalla difficoltà degli Stati di mantenere il monopolio su un’informazione che viaggia molto velocemente. Ecco che l’azione diplomatica è chiamata a fornire il supporto necessario ai governi per identificare e promuovere attivamente l’interesse collettivo, coniugando l’identificazione dei vettori che collegano ogni aspetto della governance politica con la capacità di risposta rapida ma efficace alle sfide globali.

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